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Le regole di Paracelso, pratiche rinascimentali per il benessere.

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« Il tempio si trova nel cuore e non fra le mura. »
(Paracelso, Liber Sancta Trinitate, volume 3, pag. 54)
L’equinozio d’autunno segnala la stagione in cui ci si rivolge all’interiorità, dapprima per sistemare e ordinare i frutti delle recenti stagioni vitali eliminando ciò che non serve, poi per approfondire ed assaporare lo spazio vuoto che resta a disposizione, infine per ottenere il luminoso risultato del solstizio d’inverno, che come un insight ci avvicina al divino e ci permette di comprendere la varietà delle esperienze…Ecco in nostro aiuto le sette regole d’oro che ci arrivano dal controverso medico rinascimentale Paracelso e che ci possono sostenere nella nostra vita e durante le nostre esperienze, ordinarie e straordinarie.
1Migliorare la salute. Questo richiede una respirazione, il più spesso possibile, profonda e ritmica, riempiendo bene i polmoni , all’aperto o davanti a una finestra aperta. Bere ogni giorno a piccoli sorsi, circa due litri di acqua, mangiare tanta frutta, masticare i cibi il più perfettamente possibile, evitare alcool, tabacco e medicine, a meno che, per qualche motivo grave, non siate sottoposti a trattamento medico. Fare il bagno giornalmente dovrebbe essere un’abitudine che dovete alla vostra dignità.
2Bandite assolutamente dalla vostra mente, per qualsiasi ragione, tutti i pensieri di pessimismo, rabbia, rancore, odio, noia, tristezza, vendetta e povertà. Fuggire come la peste ogni occasione di trattare con persone maldicenti, viziose, vili, mormoratori, pigre, pettegole, vanitose o volgari e inferiori per naturali limiti di comprensione o per argomenti sensuali che costituiscono la base dei loro discorsi o occupazioni. L’osservanza di questa regola è di decisiva importanza: si tratta di cambiare la trama spirituale della vostra anima. E’ l’unico modo per cambiare il vostro destino, perché questo dipende dalle nostre azioni e dai nostri pensieri. Il caso non esiste.
3Fate tutto il bene che vi è possibile. Aiutate ogni infelice ogni volta che potete, ma non nutrite mai un debole per qualsiasi persona. Dovete tenere sotto controllo le vostre forze e fuggire da ogni forma di sentimentalismo.
4Dobbiamo dimenticare ogni offesa, anzi, sforzatevi di pensare bene del vostro più grande nemico. La vostra anima è un tempio che non dovrebbe mai essere profanato dall’odio. Tutti i grandi uomini si sono lasciati guidare da quella soave Voce Interiore, ma questa non vi parlerà immediatamente, ci si deve preparare per un certo tempo, distruggendo la sovrapposizione di strati di vecchie abitudini, pensieri ed errori che pesano sul vostro spirito, che è divino e perfetto nella sua essenza, ma impotente per la imperfezione del veicolo che gli si offre oggi per manifestarsi, la debole carne.
5Dovete raccogliervi ogni giorno, dove nessuno può disturbarvi, anche per mezz’ora, seduti più comodamente possibile, con gli occhi socchiusi e non pensare a niente. Questo rafforza fortemente il cervello e lo Spirito e vi metterà in contatto con influenze benefiche. In questo stato di meditazione e di silenzio, arrivano spesso le idee più brillanti, che a volte, possono cambiare un’intera esistenza. Con il tempo tutti i problemi che sorgono saranno risolti vittoriosamente da una Voce Interiore che vi guiderà in questi momenti di silenzio, da soli con la vostra coscienza. Questo è il demone di cui parlava Socrate.
6È necessario mantenere il silenzio assoluto su tutti i vostri affari personali. Astenersi, come se si fosse fatto un giuramento solenne, dal riferire agli altri, anche al vostro più intimo, di tutto quello che pensate, ascoltate, conoscete, imparate, sospettate o scoprite; per lungo tempo almeno, si dovrebbe essere come una casa murata o un giardino recintato. È una regola della massima importanza.
7Non temete gli uomini e non abbiate paura del domani. Mantenete il vostro cuore forte e puro e ogni cosa andrà bene. Non pensate mai di essere soli o deboli, perché ci sono dietro di voi potenti eserciti, che non potete concepire nemmeno nei sogni. Se vi elevate nello spirito, nessun male potrà toccarvi. Il solo nemico che dovete temere siete voi stessi. La paura e la sfiducia nel futuro sono le madri funeste di tutti i fallimenti e attraggono le cattive influenze e con esse il disastro. Se studiate con attenzione le persone di buona fortuna, vedrete che, intuitivamente, esse osservano gran parte delle regole sopra enunciate. Molti di coloro che ammassano ingenti ricchezze, è certo che non sono del tutto delle buone persone, nel senso della rettitudine, però possiedono molte di quelle virtù che sono menzionate sopra. D’altro canto, la ricchezza non è sinonimo di benedizione, potrebbe essere uno dei fattori che conduce alla felicità, per il potere che ci dà per compiere grandi e nobili opere, però la benedizione più duratura può essere raggiunta solo attraverso percorsi diversi, dove non domina mai l’antico serpente della leggenda, Satana, il cui vero nome è Egoismo.
Conclusione: Non lamentatevi mai di niente, dominate i vostri sensi, fuggite sia dall’umiltà come dalla vanità. L’umiltà vi sottrae le forze e la vanità è tanto dannosa, che è come se dicessimo “peccato mortale contro lo Spirito Santo”.
“Alterius non sit, qui suus esse potest” Non essere schiavo di un altro se puoi essere tu il tuo padrone.
Questo era il motto di Philippus Aureolus Teophrastus Bombastus von Hohenheim nato in Svizzera nel 1493, che preferì chiamarsi “Paracelso”, cioè “meglio di Celso”, un famoso medico greco-romano del primo secolo dopo Cristo, prova del fatto che non soffriva certo di un complesso di inferiorità. Questo è anche confermato dal fatto che lui, essendo professore del università di Basilea, non aveva nessun problema a mettersi contro tutti gli altri professori, non solo tenendo lezioni, nel 1528, per la prima volta in lingua tedesca ma anche a parlare pubblicamente nella piazza del mercato di Basilea contro tutti gli altri colleghi dell’università. Deve aver avuto un carattere difficile, più di una volta viene descritto come “un genio paranoico e spesso ubriaco”, testardo e ostinato. Ma come medico era molto stimato, almeno dagli spiriti più illuminati della sua epoca come Erasmo di Rotterdam.
Queste sono ciò che Paracelso chiama le quattro colonne della medicina e consentono al medico di praticare quest’arte con l’unico fine della salvezza umana; colui che si attiene alle quattro colonne della medicina si distingue per la sua capacità di padroneggiare la materia, senza avventurarsi all’interno di nozioni prive di relazioni le une con le altre.
  • L’arte di conoscere l’essere e il divenire delle cose. (Filosofia, che per l’epoca era tutto il sapere sull’uomo e sulla natura, dalla geografia fino all’anatomia)
  • L’arte di conoscere la forma e la virtù delle cose (Astrologia)
  • L’arte di conoscere ed operare la trasformazione delle cose (Alchimia)
  • La capacità di determinare i limiti e la condotta del proprio comportamento (Virtù)
Si direbbe una visione a 360 gradi, e nonostante le radici nell’astrologia e nel misticismo siano evidenti, una visione quasi moderna: includere tra i pilastri della medicina tutto il sapere sull’uomo e anche l’onestà e l’integrità morale sembra una richiesta piuttosto attuale… “Che cos’è un medico?” si chiese Paracelso e diede anche la risposta: “Colui che riesce a curare i malati.” Sembra una banalità, ma siamo sicuri che lo è davvero?
”Philippus Aureolus Theophrastus Bombastus von Hohenheim detto Paracelsus o Paracelso (Einsiedeln, 14 novembre 1493 – Salisburgo, 24 settembre 1541) è stato alchimista, astrologo e medico svizzero.

La Maionese Mindful e i rischi della Mindfulness

 

Mindful Mayo

Ultimamente la Mindfulness va di moda un po’ in tutte le salse (è davvero il caso di dirlo) e per me, che come altri anche prima di me, mi sono avvicinata al Dharma e alla meditazione da 20 anni, e cioè in tempi non “sospetti”, quando neanche i monaci tibetani erano ancora di moda, talvolta la vera difficoltà è comunicare la semplice profondità della meditazione e dei suoi tesori attraverso questa etichetta.

Dopo tanti anni di pratica, studio, verifica e poi insegnamento della meditazione, mi rendo conto che per chi vi si avvicina titubante e curioso i rischi sono diversi…

Da una parte la tentazione della Religione, o meglio del dogmatismo, il detentore della verità e della purezza del lignaggio che porta con sé un senso di superiorità e distacco dalla realtà del samsara. Il quale, guardandolo da vicino, è forse insuperabile nel rendere gli animi crudeli ed orgogliosi. E non necessariamente il dogmatismo accompagna soltanto i sistemi contemplativi tradizionali, anche il sistema Mindfulness talvolta si  organizza autonomamente in questo senso, creando elites basate su formazioni sempre più costose con un’architettura gerarchica, che ricalca schemi già conosciuti…e ben lontane dalla pratica di Dana della tradizione che ha proposto la Mindfulness per prima (loro la chiamavano Sati…)

Dall’altra la tentazione della Scienza, che quando dimentica la curiosità e l’apertura vuole trasformare la Mindfulness in un mero esercizio cognitivo, che può essere appreso attraverso una App in vendita online e ripetuto meccanicamente senza ovviamente poter comprendere quasi per nulla le potenzialità del non avere aspettative, finché un’ altra App offerta magari dagli stessi sviluppatori in sconto, attrarrà l’attenzione del cliente verso un’altro aspetto del brain training che possa essere sviluppato…per ottenere forse un SuperBrain!

Così, aggrappandomi con tutte le mie forze a quel che trovo di non giudicante nella mia mente, deduco che forse, come sempre, la giusta via è quella di mezzo, tra la mente e il cuore.

Riconoscendo in sé il luogo di pratica più adatto perché imperfetto, dove le innate potenzialità universali di radiosa presenza e comprensione profonda si incontrano, per arrivare ad una comprensione gentile ed amorevole di noi stessi e del mondo, al di là di limiti e fallimenti che non ci intrappolano più.

Nel momento presente esiste ogni risorsa necessaria, senza dover restare immobili e congelati nell’attesa di un momento perfetto di un’occasione ideale del sentiero perfetto, accettando il cambiamento universale di cui siamo un frammento consapevole.

Quindi è forse opportuno per chi si sta avvicinando alla pratica interiore attraverso la Mindfulness, dopo aver scelto accuratamente uno o più di uno buoni maestri, preparati ed esperti…seguire-sentire-praticare il sentiero, e non chi lo indica…

Il sentiero del calmo dimorare

Non amare il florido ramo…

Albero ai Poggetti

Non amare il florido ramo,

non mettere nel tuo cuore
la sua immagine sola;
essa avvizzisce.

Ama l’albero intero,
così amerai il florido ramo,
la foglia tenera e la foglia morta,
il timido bocciolo ed il fiore aperto,
il petalo caduto e la cima ondeggiante,
lo splendido riflesso dell’Amore pieno.

Ama la vita nella sua pienezza,
essa non conosce decadimento”.

poesia di Jiddu Krishnamurti

Rosignano Marittimo

Nutrire il proprio equilibrio

IMG_20140803_195736335_HDREntrare in contatto con la nostra sofferenza può aiutarci a nutrire la nostra compassione e può metterci in grado di riconoscere la felicità quando c’è. Se non siamo in contatto con il dolore, non possiamo sapere che cosa sia la vera felicità: il contatto con la sofferenza, quindi, è la nostra pratica.

Ognuno di noi però ha dei limiti, non possiamo fare più di quanto possiamo. Ecco perchè dobbiamo prenderci cura di noi stessi.

Se ascolti troppo la sofferenza e la rabbia degli altri, ne verrai contagiato; sarai in contatto soltanto con la sofferenza, forse non avrai l’opportunità di essere in contatto anche con altri elementi positivi’ e questo distruggerà il tuo equilibrio.

Nella vita quotidiana, dunque, devi praticare in modo da essere in contatto anche con elementi che non esprimano continuamente sofferenza: gli uccelli, il cielo, gli alberi, i fiori, i bambini, qualunque cosa porti freschezza, guarigione e nutrimento in te e intorno a te.

Thich Nhat Hanh, “Spegni il fuoco della rabbia”, 2001

Perché meditare…

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Questo è il luogo di coloro che sono pieni di grande compassione, di coloro i cui cuori rimangono profondamente toccati in amore e saggezza, finché qualcuno ancora si lamenta nella sofferenza, nella miseria e dolore.

Questo è il luogo di coloro che sono eternamente impegnati per il benessere e l’illuminazione di tutta la realtà.

Qui è il luogo di coloro che danno espressione a se stessi seduti in meditazione e percorrendo tutti i sentieri dell’esistenza.

Profondamente radicati nella meditazione, sono allo stesso tempo totalmente preoccupati di aiutare tutti gli esseri, scendendo al fondo delle cose, colmi di rispetto per tutti coloro che sono già risvegliati.

-Avatamsaka Sutra “La Scrittura dell’Inconcepibile Liberazione”

Spesso ci si domanda se il tempo dedicato alla meditazione non sia una perdita di tempo…Io non penso, possiamo immaginare che durante la meditazione ci ritiriamo nel tronco, al cuore di noi stessi dove risiede la nostra energia, e durante la nostra quotidianità lasciamo vivere i fiori e le foglie che sbocciano alle estremità dei nostri “rami”…per questo è particolarmente adatta a chi svolge professioni di aiuto, e a chi deve sostenere altre persone anche in modi diversi…

Ama le domande, con pazienza…

 

...senza risposte

Sii paziente verso tutto ciò
che è irrisolto nel tuo cuore e…
cerca di amare le domande, che sono simili a
stanze chiuse a chiave e a libri scritti
in una lingua straniera.
Non cercare ora le risposte che possono esserti date
poiché non saresti capace di convivere con esse.
E il punto è vivere ogni cosa. Vivere le domande ora.
Forse ti sarà dato, senza che tu te ne accorga,
di vivere fino al lontano
giorno in cui avrai la risposta.

Rainer maria Rilke

Cose strane e meravigliose

La tua mente sarà calma in qualsiasi circostanza, come una limpida pozza nella foresta.

Ogni genere di meravigliosi animali rari verranno a bere nella pozza d’acqua, e tu potrai vedere chiaramente la natura di tutte le cose.

Vedrai molte cose strane e meravigliose che vanno e vengono, ma resterai calmo. Questa è la felicità del Buddha.

Ajahn Chah

Consapevolezza della Terra

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Cara Madre,

Ovunque sia la terra, acqua, roccia o aria, tu sei là, nutrendomi e dandomi la vita.

Tu sei presente in ogni cellula del mio corpo…Sei più del mio semplice ambiente. Sei niente di meno che me stessa…Ti prometto di essere consapevole che la tua salute e benessere sono la mia stessa salute e benessere. So che ho bisogno di mantenere viva in me questa consapevolezza, perché noi siamo entrambi pacifici, felici, in salute e forti.


—Thich Nhat Hanh, Lettera d’amore alla Terra.

Un solo viaggio possibile

trenitalia

C’è un solo viaggio possibile: quello che facciamo nel nostro mondo interiore.
Non credo che si possa viaggiare di più nel nostro pianeta.
Così come non credo che si viaggi per tornare.
L’uomo non può tornare mai allo stesso punto da cui è partito, perchè, nel frattempo, lui stesso è cambiato.
Da sè stessi non si può fuggire.
Tutto quello che siamo lo portiamo con noi nel viaggio.
Portiamo con noi la casa della nostra anima, come fa una tartaruga con la sua corazza.
In verità, il viaggio attraverso i paesi del mondo è per l’uomo un viaggio simbolico.
Ovunque vada è la propria anima che sta cercando.
Per questo l’uomo deve poter viaggiare.

Andrei Tarkovsky

La pratica della consapevolezza ci regala la capacità di osservare il nostro mondo interno, e cioè noi stessi, con i nostri bisogni, i nostri difetti, le nostre qualità.

Mente come un bocciolo

Possiamo avvicinarci al cuore della nostra mente permettendole di aprirsi come un bocciolo al calore del sole. Infatti, se abbracciamo noi stessi con uno sguardo non giudicante, sentiremo sorgere una spontanea compassione verso la nostra natura più intima, che potrà guidarci a fare le scelte più appropriate per noi stessi, e gradualmente otterremo delle trasformazioni nel nostro mondo interiore ed esteriore, quindi nelle nostre esperienze.

Il regalo è quello di metterci di fronte allo specchio di uno sguardo affettuoso ma realistico, l’unico che può aiutarci ad attraversare i naturali alti e bassi della nostra vita.