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Ascolta dalla presenza

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Sii presente. Sii qui.
Senti i tuoi piedi sul terreno,
la tua pancia che si alza e si abbassa.
Sii aperto e ricettivo
Alla vita intorno a te.
Il suono, l’odore, i sapori.
Sentimenti che si sollevano inaspettatamente.
Un fremito nella pancia.
Una contrazione nella gola.
Pesantezza sulla testa.
Una vecchia tristezza che ci viene a far visita.
Sii curioso quando il momento danza.

Ascolta. Ascolta con tutto il tuo corpo.
Ascoltati. Ascolta gli altri.
Ascolta il silenzio fra le parole.
Lascia che il silenzio rimanga più a lungo.
Non c’è fretta. Non c’è nessun “miglior” momento a cui tendere.
Il silenzio non ha sempre bisogno di essere riempito.
Sii nudo. Più lento.
Sappi un pochino meno di ciò che stai per dire.
Sii meno preparato, più incasinato,
più incline ad esporre il tuo cuore vulnerabile.
Sii sorpreso della tua stessa risposta.
Non ottundere te stesso con le solite vecchie storie.
Combatti per i tuoi bisogni. E’ giusto. Tu sei contenuto.
Lascia le tue parole emergere dal silenzio e ritornarvi.

Nota se stai parlando solo per evitare il silenzio.
Nota se rigurgiti storie che ti sono state raccontate prima.
Nota se stai cercando di fare colpo o vincere amore.
O evitare di essere visto per ciò che davvero sei.

Amico è nel silenzio che davvero ci incontriamo.
Il vero intendimento è oltre la mente.
L’amore è senza parole; e non ha più bisogno di parlare.
Ascolta il silenzio; è vulcanico.

– Jeff Foster

Aberrazioni temporali osservando il cambiamento

 

 

Metamorfosi eterna

“Se il passato è passato, lo è solo rispetto al presente.

Io dico “passato” appunto perché lo dico adesso, il passato non è che un ricordo nel presente. In sé, il passato in quanto passato non esiste.

E lo stesso vale per il futuro: neppure il futuro, in quanto futuro, esiste.

La nostra “tragedia” è essere sempre di passaggio e non fermarci nel presente, non godere il presente. Io, a questo proposito, ho anche inventato una “parolaccia”: tempiternità.

Pensare che l’eternità venga dopo il tempo è, filosoficamente parlando, un’aberrazione. Se è eternità, è eternità: cioè non è temporale. L’eternità non viene dopo il tempo.

Cogliere i momenti tempiterni in ogni istante è la chiave della felicità. Se io so che sono mortale, come posso consolarmi per il fatto che vivrò ottant’anni oppure di più? Tutto ciò è puramente accidentale!

Ciò che devo fare è approfittare di questo singolo, preciso momento, che è unico. Sono chiamato ad avere consapevolezza dell’unicità.”

Raimon Panikkar

da “Il silenzio e l’ascolto: Conversazioni con Panikkar, Jodorowsky, Mandel e Rocchi”, Franco Battiato