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Il dubbio: quando cuore e mente sono aggrovigliati nell’indecisione

A volte scelte e decisioni ci sembrano così difficili che mente e cuore sembrano dimorare in un bosco intricato, avviluppati da emozioni contrastanti, e dove non riusciamo a capire quale sia la scelta migliore da fare, che rispecchia davvero il nostro bisogno e desiderio più profondo.

E’ allora che la consapevolezza profonda ci viene in aiuto, permettendoci di accostarci senza pregiudizi al nostro vero sé e alla nostra saggezza più profonda…è così che comprendiamo quale sia la cosa migliore per noi e  come, a volte, sia la strada dimenticata, forse la più difficile e meno percorsa quella più autentica, che ci avvicina alla pace e alla gioia…

La strada che non presi

Due strade divergevano in un bosco giallo

e mi dispiaceva non poterle percorrere entrambe

ed essendo un solo viaggiatore, rimasi a lungo

a guardarne una fino a che potei

Poi presi l’altra, perché era altrettanto bella,

e aveva forse l’ aspetto migliore,

perché era erbosa e meno consumata;

Sebbene il passaggio le avesse rese

quasi simili

ed entrambe quella mattina erano lì uguali

con foglie che nessun passo aveva annerito.

Oh, misi da parte la prima per un altro giorno!

Pur sapendo come una strada porti ad un’altra,

dubitavo se mai sarei tornato indietro.

Lo racconterò con un sospiro

da qualche parte tra anni e anni:

due strade divergevano in un bosco, e io –

io presi la meno percorsa,

e quello ha fatto tutta la differenza.

Robert Frost

La strada meno percorsa...

The Road Not Taken

Two roads diverged in a yellow wood,

And sorry I could not travel both

and be one traveler, long I stood

And looked down one as far as I could

Then took the other, as just as fair,

And having perhaps the better claim,

Because it was grassy and wanted wear,

Though as for the passing there

Had worn them really about the same,

And both that morning equally lay

In leaves no step had trodden black.

Oh, I kept the first for another day!

Yet knowing how way leads on to way,

I doubted if I should ever come back.

I shall be telling this with a sigh

Somewhere ages and ages hence:

Two roads diverged in a wood, and I–

I took the one less traveled by,

and that has made all the difference.

Robert Frost

Nutrire il proprio equilibrio

IMG_20140803_195736335_HDREntrare in contatto con la nostra sofferenza può aiutarci a nutrire la nostra compassione e può metterci in grado di riconoscere la felicità quando c’è. Se non siamo in contatto con il dolore, non possiamo sapere che cosa sia la vera felicità: il contatto con la sofferenza, quindi, è la nostra pratica.

Ognuno di noi però ha dei limiti, non possiamo fare più di quanto possiamo. Ecco perchè dobbiamo prenderci cura di noi stessi.

Se ascolti troppo la sofferenza e la rabbia degli altri, ne verrai contagiato; sarai in contatto soltanto con la sofferenza, forse non avrai l’opportunità di essere in contatto anche con altri elementi positivi’ e questo distruggerà il tuo equilibrio.

Nella vita quotidiana, dunque, devi praticare in modo da essere in contatto anche con elementi che non esprimano continuamente sofferenza: gli uccelli, il cielo, gli alberi, i fiori, i bambini, qualunque cosa porti freschezza, guarigione e nutrimento in te e intorno a te.

Thich Nhat Hanh, “Spegni il fuoco della rabbia”, 2001

Consapevolezza della Terra

SAMSUNG

Cara Madre,

Ovunque sia la terra, acqua, roccia o aria, tu sei là, nutrendomi e dandomi la vita.

Tu sei presente in ogni cellula del mio corpo…Sei più del mio semplice ambiente. Sei niente di meno che me stessa…Ti prometto di essere consapevole che la tua salute e benessere sono la mia stessa salute e benessere. So che ho bisogno di mantenere viva in me questa consapevolezza, perché noi siamo entrambi pacifici, felici, in salute e forti.


—Thich Nhat Hanh, Lettera d’amore alla Terra.

Un solo viaggio possibile

trenitalia

C’è un solo viaggio possibile: quello che facciamo nel nostro mondo interiore.
Non credo che si possa viaggiare di più nel nostro pianeta.
Così come non credo che si viaggi per tornare.
L’uomo non può tornare mai allo stesso punto da cui è partito, perchè, nel frattempo, lui stesso è cambiato.
Da sè stessi non si può fuggire.
Tutto quello che siamo lo portiamo con noi nel viaggio.
Portiamo con noi la casa della nostra anima, come fa una tartaruga con la sua corazza.
In verità, il viaggio attraverso i paesi del mondo è per l’uomo un viaggio simbolico.
Ovunque vada è la propria anima che sta cercando.
Per questo l’uomo deve poter viaggiare.

Andrei Tarkovsky